mercoledì 6 marzo 2013

Carta dei principi




CARTA DEI PRINCIPI

A. Costituiscono conquiste irrinunciabili della civiltà umana, nelle sue più alte espressioni: la cultura della tolleranza, la cultura del rispetto dell’autonomia, della libertà e della responsabilità individuali, la cultura della razionalità e della distinzione fra pubblico e privato.

B. La dimensione e l’istituzione pubbliche implicano il riconoscimento di uno spazio comune che garantisca libertà e diritti per ciascuno e per tutti, entro il quale gli individui ed i gruppi sociali trovino possibilità di libere relazioni, senza interferenze reciproche lesive.
La dimensione privata riguarda l’ambito di espressione degli individui e delle loro libere associazioni, comprese quelle religiose.

C. Le diverse comunità di individui, liberamente costituite e garantite, entro i limiti costituzionali, possono rivestire ruolo pubblico, ma non devono assumere funzioni prevaricatrici sul patto di civile convivenza, garantito dalla legge, secondo il quale i diritti dell’individuo devono trovare adeguata tutela e protezione anche nell’ambito e nei confronti delle stesse comunità di appartenenza, siano esse familiari, etniche, linguistiche, religiose, ideologiche, o di qualsiasi altro tipo.

D. La progressiva secolarizzazione culturale ed il processo di separazione fra religione e morale, fra religione e politica, fra trono ed altare, fra Stato e Chiese, fra reato e peccato, fra leggi umane e leggi divine, a partire dall’Umanesimo, dal Rinascimento, dalla Riforma Protestante, dall’Illuminismo, hanno dato vita ai moderni concetti di laicità, di libertà di coscienza e di religione, di democrazia, di liberalismo, di libertarismo, di socialismo, di costituzionalismo, di garantismo nella distinta o congiunta declinazione dei principi di eguaglianza e libertà.
E. La laicità non è un sistema di valori rigido, né una ideologia, in opposizione ad altri sistemi di valori o ideologie, bensì libero confronto fra idee e valori; essa è al tempo stesso un valore ed un metodo capace di delimitare uno spazio pubblico, neutro e comune a tutti i cittadini di ogni credo religioso o morale, che accoglie in sé, su un piano di uguaglianza, il libero estrinsecarsi di qualsiasi professione di fede e di qualsivoglia concezione del mondo, assicurando la libera, civile e pacifica convivenza a tutti i cittadini, siano essi credenti, atei, agnostici, razionalisti, scettici, indifferenti od altro.

L’atteggiamento laico implica che i soggetti pubblici rinuncino concordemente ad applicare alla sfera collettiva, pubblica e politica i propri principi e verità religiosi ed i propri valori etici assoluti e non negoziabili, potenzialmente confliggenti con verità religiose e valori etici assoluti altrui, quando dovessero limitare le altrui libertà di espressione o di azione, ed a volerli imporre a tutti i cittadini in forza di legge.
La laicità, antitesi del dogmatismo e sempre rispettosa dei diritti umani, afferma la libera ricerca delle molteplici verità relative, attraverso l’esame critico e la discussione.

F. Lo Stato laico costituisce l’opposto dello Stato confessionale (o dello Stato etico), cioè dello Stato che assume come propria una determinata religione (o ideologia) e ne privilegia i fedeli rispetto ai seguaci di altre religioni (o ideologie).
Lo Stato laico si fonda su una concezione non sacrale del potere politico, come attività autonoma rispetto alle confessioni religiose; le quali tuttavia, collocate fra loro su uno stesso piano di uguale libertà, possono esercitare la loro attività.
Lo Stato laico non professa pertanto una ideologia antireligiosa, irreligiosa o atea: semplicemente esso non ne professa alcuna.

In quanto garantisce a tutte le confessioni ed a tutti i cittadini libertà di religione e di culto, senza istituire nei loro confronti né un sistema di privilegi, né un sistema di controlli, lo Stato laico non tutela soltanto l’autonomia del potere civile dal potere religioso, ma egualmente l’autonomia delle organizzazioni religiose rispetto al potere temporale, che non può imporre ai cittadini alcuna professione di ortodossia confessionale (la "religione di Stato").

La laicità dello Stato tutela anche tutte le confessioni religiose, che trovano nello Stato laico, e solo in esso, le garanzie certe per l’esercizio della libertà religiosa; essa risulta pertanto incompatibile con l’esistenza del Concordato fra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, che privilegia una confessione religiosa a scapito delle altre e delle diverse concezioni del mondo.

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